Consultazioni online

“Dalla primavera del 2020 – ob torto collo – mi sono trovato ad accettare la richiesta di molti pazienti in seria difficoltà all’idea di muoversi da casa e/o affrontare un viaggio lungo per proseguire il percorso iniziato insieme. Strano come a volte la vita  ci obblighi ad accettare soluzioni che magari aprioristicamente evitiamo categoricamente di considerare. Uno di quei tanti mai-dire-mai che alla fine si rivelano un’ennesima lezione. Qualcosa di buono da raccogliere persino in un momento così buio, difficile e piatto.

Così insieme ai cieli sempre più blu della Primavera 2020, insieme ai tanti animali selvatici che in pochi giorni scorrazzavano vicino casa come mai prima, insieme a un inascoltato quanto anomalo – apparentemente irreale – silenzio, insieme alle ore fatte anche di relazioni coatte e magari ogni giorno più profonde … sono arrivate pure le consultazioni on-line.

Che sia ben chiaro: niente a che vedere neppure lontanamente con le personalissime strette di mano, i suoni veri delle voci, le pause durante i colloqui tanto significative quanto le parole, le mani che esplorano sintomi e segni, gli occhi che si incontrano da vicino. Un rituale antico e insostituibile, trasversale nel tempo e nello spazio, che accomuna le arti mediche dalla loro nascita.

Eppure. Mi sono venute in mente le scelte di mia moglie: una bravissima veterinaria che ha scelto di visitare i suoi pazienti a casa loro, in una condizione a “loro” più consona e veritiera rispetto allo stress di allontanarli conducendoli contro voglia in un ambulatorio freddo.

Ovviamente il paragone non è del tutto calzante ma quando mi sono accorto di quanti si collegavano dalla cucina di casa, in abiti che non avrebbero mai indossato nel mio studio, presentandomi un parente che magari era di passaggio in quella camera, mostrandomi più o meno esplicitamente i quadri e i mobili di casa. Beh … senza dubbio è almeno una condizione diversa. Diversamente privata, diversamente intima.

A mio avviso sicuramente non è qualcosa che sostituisce ma che si può aggiungere ad una consultazione de visu. Scusate se non riesco ad abituarmi al termine “in presenza”: suona male, mi evocherà ricordi non proprio piacevoli e poi che significa? Parlarsi al telefono quando non ci si può abbracciare significa essere “in assenza”?

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